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Vang.f.giov.3°Pasqua rom.B 15-4-18 |
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Written by Ileana Mortari | |||
Wednesday, 11 April 2018 18:07 | |||
Breve riflessione sul vangelo festivo per giovani 15 aprile 2018 – 3° domenica di Pasqua B – Rito romano – Luca 24,35-48
di Ileana Mortari
I discepoli “per la grande gioia ancora non credevano” (v.41): la vista del Maestro suscita in loro un’immensa gioia, ma essi erano in un certo senso “bloccati” dalla più certa esperienza della avvenuta morte di Gesù; come dire: averlo lì davanti in carne e ossa era troppo bello per essere vero! Questo dice bene la grandissima difficoltà che subito ebbero i seguaci del Nazareno a percepire e ad accogliere l’evento della resurrezione. E così Luca ci fornisce altri due elementi indispensabili per giungere alla certezza: l’iniziativa di Gesù e il ricorso alle Scritture.
L’indizio della tomba vuota non è sufficiente; solo da un intervento diretto di Gesù risorto può nascere la vera fede; e questo vale sempre: anche in ciascuno di noi il Risorto deve intervenire con la sua azione personale perché crediamo in Lui; occorre dunque pregare perché Egli si riveli a noi.
Fondamentale è poi il riferimento alle Scritture. “Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: - Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati” (vv.45-47).
Nell’episodio precedente di Emmaus (cfr. i vv.25-27), Gesù spiega ai suoi discepoli tutto ciò che si riferiva a Lui “nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (v.44): sono i testi che ritroviamo nella predicazione della Chiesa primitiva, quando i discepoli, che finalmente “hanno capito”, sotto la guida di Gesù e dello Spirito Santo si fanno a loro volta testimoni e annunciatori della salvezza.
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Last Updated on Wednesday, 11 April 2018 18:09 |